Luca Perreca
E’ nato a Milano nel 1960, dove abita e lavora. Come libero professionista ha collaborato dal 1988 con Istituti e Enti Pubblici (Comuni, Provincie, Regioni) imprese e associazioni per realizzare spettacoli, manifestazioni culturali e artistiche in Italia e all’estero; oggi coordina l’ufficio tecnico di una importante società di allestimenti.
Ha compiuto i suoi studi a Milano, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Statale e presso la Civica Scuola di Musica con i Maestri Mino Bordignon e Bernardino Streito; ha conseguito il compimento dell’8° corso di violoncello con il Maestro L. Veccia e con il massimo dei voti le licenze di Teoria e Solfeggio, Armonia, Pianoforte Complementare, Storia della Musica presso il Conservatorio G. Verdi di Milano.
Si è occupato di Didattica Musicale, sia come coordinatore di corsi di aggiornamento per Docenti che come Relatore in numerosi Seminari di Storia della Musica, di cultura musicale, di guida all’ascolto della musica. Ha tenuto per 5 anni la Cattedra di Educazione Musicale presso l’Istituto Gonzaga di Milano ed è stato dal 1994 al 1997 Coordinatore e Sovraintendente della Civica Orchestra dei Fiati del Comune di Milano.
Come solista di violoncello ha suonato a Milano, Spoleto, Pescara, Genova, Grenoble, Belgrado, Tubingen e Francoforte; come professore d’orchestra ha suonato presso il Teatro Lirico “Belli” di Spoleto, a Pescara, a Roma, ad Ancona, e a Verona. Ha collaborato come violoncellista in formazioni orchestrali e cameristiche di musica classica e di musica contemporanea e jazz, anche come solista. Contemporaneamente ha svolto attività di corista, di strumentista, di arrangiatore – sono note alcune sue elaborazioni per sceneggiati televisivi (Promessi Sposi) e spot pubblicitari – di compositore e direttore di cori. Ha tenuto per alcuni anni la direzione artistica del coro “La Loggia dei Cantori” di Milano.
Dal gennaio 1986 è direttore del Corotrecime Città di Abbiategrasso che ha condotto e presentato ad oggi in innumerevoli concerti e rassegne, e per il quale ha personalmente rielaborato diversi canti.
Questa mia bella esperienza
“Il coro, per chi lo ascolta, è fatto da persone con la passione del canto, le cui scelte si rivolgono al genere musicale – popolare o classico, sacro o profano – magari con delle belle voci capaci di conquistare, per un’ora o poco più, l’attenzione del pubblico che viene ai concerti.
Per chi il coro lo vive tutto questo è certamente importante ma c’è molto altro.
Soprattutto altro.
C’è che le voci, prese singolarmente, sono tutte diverse.
Alcune sono chiare, altre scure, altre ancora un po’ roche; una vibra, quella a fianco è trasparente e lineare; una intona con facilità, con naturalezza, una deve cercare la nota conquistandola con fatica.
Viste così sembra impossibile che vadano insieme ma, in un coro, questo avviene ogni volta.
C’è che il motivo che porta al coro le persone è per ciascuno differente.
Uno ci arriva perché canta fin da bambino, un altro perché avrebbe sempre voluto cantare ma, da solo, non ne avrebbe il coraggio; uno ha la passione per il canto di montagna, ad un altro piace di più la musica classica, uno ascolta soprattutto jazz… sembra impossibile che si mettano d’accordo su quale repertorio lavorare ma, in un coro, si scopre che un canto capace di conquistare il cuore di tutti i coristi lo si può sempre trovare.
C’è che preparare un canto richiede fatica, attenzione, dedizione e, al coro, ci si arriva dopo un’intera giornata passata a fare altro, spesso stanchi. Si deve ripetere un “passaggio” decine di volte, si deve accettare che la propria fatica per conquistare un suono, una sfumatura, un accento, venga resa vana dall’errore del vicino… e viceversa! Una sera sembra tutto facile, viene tutto subito, la sera successiva pare che non si sia mai cantato prima.
Ma dalla prova si esce sempre carichi di un’energia che non sapevamo di avere.
C’è che dirigere un coro, per chi il coro lo ascolta, può sembrare il talento di guidare le voci con i gesti, quasi vi fossero invisibili fili ma, davvero, non è così.
Ad ogni prova e ad ogni concerto, ogni corista porta al coro, la sua voce, le sue passioni musicali, la sua storia, il suo carattere, la sua fatica e la sua energia: mette tutto questo a disposizione degli altri.
Chi dirige ha soprattutto il compito di mettere “in equilibrio” tutto questo, nella musica e con la musica.
Le conoscenze tecniche, lo studio, l’esperienza, sono lo strumento ma, senza la partecipazione attiva e profonda di tutti, nessuno escluso, non servono a nulla.
In questo libretto e nel video trovate raccontata un po’ della storia di cinquantacinque anni di coro, trovate le immagini, i nomi, i luoghi, i concerti…
Se guardate bene, tra le note ed i volti, da ventiquattro anni ho la straordinaria fortuna di esserci anch’io!”
Luca Perreca, dal libretto di celebrazione del 50° del Corotrecime